Le "rune" sono segni di scrittura nell'alfabeto dei popoli nordici e gli elfi i piccoli geni dell'aria nella mitologia nordica. Come Elfa desidero comunicare parole di saggezza, pace e solidarietà fra i popoli, aiutare le persone a ritrovare se stesse, ad avere più autostima e a vivere meglio la loro vita. Occorre iniziare e terminare la giornata con un sorriso. Amare sempre appassionatamente l'esistenza e le persone che incontri sul tuo cammino.

martedì, marzo 21, 2006

Fili d'erba

Ci siamo è davvero primavera, anche se il tempo è pazzerello, proprio come si conviene al mese di marzo, un po’ è nuvolo, fa freddo e tira vento, ma poi arriva una splendida giornata di sole e la natura ride protendendo verso il cielo i rami fioriti dei pruni, peschi, albicocchi…
Sabato a Vincigliata era un trionfo di colori e ho fotografato le tenere violette del “giardino dell’anima” che oggi ho inviato alle ragazze del corso di “Food and Beverage”, cui sono molto legata. Stiamo bene insieme, riusciamo a sprizzare gioia ed è stato buffo vederci insieme in visita venerdì pomeriggio al salone “Firenze a Tavola”, cercavamo di imitare Francesca, l’insegnante di enologia, nella degustazione professionale dei vini, ma dopo il terzo assaggio le pseudo sommelier si erano trasformate in una banda di ragazzette allegre in gita scolastica, che ridevano e scherzavano commentando salsine e salsette calabresi, più o meno piccanti, o le apparecchiature per tavole di nobili signore, con tovaglie ricamate e inamidate, argenti e cristalli luccicanti, porcellane finissime… oggetti così belli a vedersi, ma che poco avevano a che fare con la nostra vita all’insegna della fretta, dove si usano tovagliette all’americana plastificate, bicchieri di vetro infrangibile, posate e piatti da cacciare rapidamente in lavastoviglie senza troppe precauzioni.
La fretta ecco cosa guasta irrimediabilmente la civiltà occidentale, ha ragione l’amico Paolo a propagandare il movimento “dalla parte della lentezza” perché oggi andiamo così veloci che è quasi impossibile “rendere omaggio a ciò che incontriamo e che potrebbe suscitare la nostra meraviglia… occorre saper assaporare in senso poetico la lettura di qualche pagina di un buon libro, osservare un fiore, carezzare un cane, fare due chiacchiere con un amico, aprendo uno spazio alla contemplazione, alla gratitudine, alla comprensione, avere il senso del sublime e della meraviglia per tornare a farci stupire dalla vita”.
Queste parole di Paolo le metto in pratica quando stacco la spina dalla città e dai suoi ritmi accelerati e mi ritaglio tre ore per rifugiarmi nella calma dei boschi e degli ulivi di Vincigliata riscoprendo il valore del silenzio e del contatto con la madre terra che, come scrive S. Francesco “ci sostenta e ci governa e produce diversi frutti, coloriti fiori ed erba”….
Adoro il colore dell’erba a primavera, amo il contrasto del verde tenero dei fili d’erba, nuove vite che nascono e si muovono nel vento dell’esistenza, con i tronchi bruno e argentati degli ulivi, alcuni secolari, dalle cortecce rugose coperte di muschi, testimoni della saggezza e simboli di pace.
Pochi giorni fa in una trasmissione televisiva ricordavano gli ultimi mesi di vita di Tiziano Terzani, la sua felicità nel contemplare e immergersi a pieno nella natura; il passo decisivo è l’abbandono del proprio ego, quello che ci lega, che ci impedisce di identificarci con “un filo d’erba”, dobbiamo annullarlo completamente l’ego per godere a pieno della bellezza del creato…
Non potete immaginare la bellezza della sensazione di sentirsi parte del creazione, nell’istante in cui abbandoniamo i nostri pensieri e ci mettiamo intensamente in ascolto di qualcosa che è molto più grande di noi. Camminiamo con consapevolezza fra i fili d’erba tenera sentendo ad ogni passo il contatto con la terra sotto i nostri piedi, una terra che è viva, pulsante… e noi respiriamo con lei, il battito del cuore, il nostro respiro è in armonia con il respiro vitale del filo d’erba che ondeggia nel vento di primavera. Così mi sentivo sabato in mezzo agli ulivi a Vincigliata, ero sola e talmente felice che mi sono messa a correre gridando “ti amo” a Dio e alla bellezza della natura attorno a me…

domenica, marzo 12, 2006

Nuvole nel vento

Una giornata di vento forte, come raramente si vede a Firenze, fa freddo e si sta bene al sole. Il cielo che la mattina era terso si riempie di nuvole, ma non rinuncio ad andare a passeggiare nel bosco a Vincigliata, come elfa ho bisogno di aria, del contatto con gli alberi, la terra, amo il profumo dell’erba, guardare i fiori che timidamente cominciano ad affacciarsi, quasi a mostrare che la primavera sta arrivando, anche se l’inverno ancora non se ne vuole andare.
Coinvolgo Valentina, che come me adora camminare, e ci avventuriamo nel bosco, siamo ben coperte, il vento è gelido, comincia a nevischiare, ma sul sentiero siamo protette dai cipressi e non si sente il freddo, arriviamo nella radura degli ulivi e ci fermiamo ad assaporare la pace appoggiate ad un tronco rugoso: è magnifico osservare il paesaggio. Le foglie argentate degli ulivi si muovono al vento, come le cime dei cipressi, ma nella radura il vento è come rallentato, la sua voce si sente solo nel bosco, unita a quella degli uccelli.
Nevischia più forte, il cielo è plumbeo anche se il sole cerca di far capolino, il vento sospinge come in un turbinio i piccoli cristalli di neve che ci investono, ridiamo e camminiamo più velocemente per arrivare alla chiesa di S. Lorenzo e S. Maria a Vincigliata e trovare rifugio nella canonica. Il giardino, che con Paolo ho ribattezzato “giardino dell’anima” è pieno di violette, mi fanno tenerezza, nell’orto il pesco e l’albicocco sono già fioriti, speriamo non geli questa notte.
Al ritorno il cielo si apre, il vento sospinge le nuvole bianche che si inseguono nell’azzurro sopra le cime degli alberi, mi viene in mente il “Cantico delle creature” di S. Francesco d’Assisi, dove si loda il Signore per “frate vento e per l’aria, il nuvolo e il sereno ed ogni tempo”. Amo il vento che è riuscito a spazzare via le nuvole grigie e ha portato quelle bianche, trasformando un pomeriggio d’inverno in una ventosa e fredda primavera. Arrivata a casa vado a ricercare la mail che Valentina che mi aveva mandato quando le avevo confidato che adoravo le nuvole bianche, sono pensieri di Osho che ho condiviso dal primo istante:

Una nuvola bianca è un mistero: il suo arrivo, la sua partenza, la sua stessa esistenza. Una nuvola bianca esiste senza radice alcuna, è un fenomeno sradicato, che non si appoggia in alcun luogo, o meglio si appoggia nel non luogo. Però, anche così, esiste ed esiste in forma abbondante.
Tutta l’esistenza è così: senza radici, senza cause, senza scopo: esiste. Esiste come mistero. Una nuvola non ha dove andare. Si muove, si muove per tutti i lati, padrona di tutte le dimensioni, così come delle direzioni. Niente le è vietato. Tutto è, esiste, in una completa accettazione.
Le nuvole non hanno un cammino proprio: vanno alla deriva. Un cammino implica arrivare in qualche luogo. Il cammino reale è un cammino senza rotta. Muoversi, ma senza intenzionalità prestabilita; muoversi senza una decisione razionale.
Per questo chiamo il mio cammino “La via delle Nuvole Bianche”. Mi piacerebbe che anche tu fossi come le nuvole bianche che vanno alla deriva nel cielo. Vanno alla deriva; non si dirigono verso un punto. Dovunque ti trovi, quello è l’obiettivo. L’obiettivo è ogni momento: il percorso è la meta. Trasformarsi in nuvole bianche. Rimanere solo lì, non opporre resistenza, non lottare: semplicemente godere della esistenza, celebrare il momento, il piacere, l’estasi della vita. (Osho)

Sarebbe meraviglioso potersi trasformare in una nuvola bianca…

mercoledì, marzo 08, 2006

Donne, semplicemente donne

Avrei voluto non scrivere nulla per questo 8 marzo, festa delle donne che francamente come festeggiamento lascia un po’ di amaro in bocca, visto che si commemora una strage, meglio chiamarla semplicemente "giornata delle donne", come dice la mia amica scultrice Amalia... ma poi sono arrivate le e-mail delle amiche, i messaggini sul cellulare, Lamberto e Augusta che mi regalano uno splendido mazzo di mimosa, appena raccolta dall’albero del giardino… che ho condiviso con tutte le simpatiche ragazze con cui frequento il corso di “Food and Beverage Manager”.
Le ho chiamate ragazze e non donne perché ci divertiamo tantissimo insieme e sembriamo delle eterne adolescenti, che non hanno perso la loro innocenza infantile, sempre pronte a ridere e scherzare per una battuta, Maria Lucia oggi ci ha fatto schiantare, sei forte, cara Guendalina, come ti ha soprannominata l’insegnante di enologia!!!
Ti ritrovi catapultata nell’atmosfera di questa giornata e allora ricordiamole queste donne, semplicemente donne che lottano, amano, soffrono, piangono, sorridono, fanno i figli e li allevano con amore, lavorano e fanno duemila cose… perché le donne non si fermano mai, sono sempre di corsa. Quando sono a terra, trovano la forza di rialzarsi, come ho scritto nell’articolo “Ricominciare a vivere”, in cui ho citato il brano di Diego Cugia, alias Jack Folla, dedicato alle “Donne in rinascita”. Rileggetelo se vi sentite abbattute, una donna si rialza sempre, anche dopo le peggio cadute.
Ha scritto bene Valentina che in tre righe ha ricordato come le donne devono essere allo stesso tempo “forti e fragili, sempre in bilico fra l’essere donna, il dover avere le palle di un uomo e la volontà di ricordare al mondo che siamo anche femmine”.
A tutte voi, care amiche che mi leggete, le vitali parole di Teresa di Calcutta, dedicate alle donne che non devono arrendersi mai…

Solo per donne fenomenali

Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni..
Però ciò che è importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un'altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite.
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!!!
Madre Teresa di Calcutta