Un mondo incantato
Fin da bambina ho sempre amato il mondo delle fiabe, di cui ero accanita lettrice. Mi appassionavano le storie popolate da principesse, cavalieri intrepidi, fate, geni, spiriti alati, gnomi e folletti, tutti ovviamente schierati a vincere le oscure forze del male.
Non avevo paura di nulla e sognavo addirittura di volare, incurante dei pericoli facevo a gara con i compagni di giochi maschi a salire sugli alberi per vedere chi era il più agile e vinceva chi raggiungeva i rami alti, che oscillavano sotto il peso. Sembravo una scimmietta, non mi scoraggiavo mai, né soffrivo di vertigini e anzi la competizione rafforzava la mia sicurezza di essere invincibile ed in effetti era dura starmi dietro.
Nel grande parco della casa sul lago, dove gli anni dell’infanzia scorrevano felici, giocavamo a nascondino fra i cespugli o dietro i tronchi rugosi dei pini, facevamo le corse lungo il viale che saliva dal grande cancello rosso e non si smetteva fino a quando il cuore non pulsava all’impazzata e allora “tutti giù per terra”, sbracati nell’erba ad aspettare che il battito rallentava.
Lo sento ancora l’odore dei fili d’erba, morbida e soffice, che ti avvolgeva come in un abbraccio, quando era alta era divertente tuffarsi dentro, rotolarsi ridendo e poi tornare a rincorrersi.
Anche costruire le capanne sugli alberi diventò presto una passione, condivisa con mio fratello, che come me era abbastanza spericolato, e non c’era che l’imbarazzo della scelta fra le piante del giardino e del parco, anche se in assoluto i ciliegi nel campo a fianco al viale erano il luogo preferito, protetti dalla vicinanza del muro di cinta e lontani dalla casa.
La realizzazione ci impegnava non poco, occorreva cercare i legni per il pavimento, tagliare le canne nel boschetto di bambù, rivestire le pareti e il tettuccio con le foglie delle palme che proliferavano in giardino grazie al clima mite del lago, ma una volta terminata l’opera era una gioia guardare il mondo dalla nostra postazione privilegiata, inaccessibile ai comuni mortali, un luogo solo nostro, che ci permetteva di fantasticare.
Molti anni dopo ripensavo a quelle capanne, leggendo “Il barone rampante” di Italo Calvino, la storia del ragazzo che aveva scelto di vivere su un albero e mi appassionavo a quel personaggio, comprendendo che non era poi così folle, semplicemente amava con passione la natura e voleva vivere libero come passerotto, sentendosi protetto e al sicuro solo nel nido fra i rami.
Per tutta l’infanzia il contatto con la terra è stato vitale, avevo un amore sviscerato per i fiori e ricordo ancora l’avvilimento di mia madre per un inconsapevole disastro: vedendo le begonie patite e afflosciate sotto il sole di ferragosto le avevo bagnate abbondantemente, senza aspettare il fresco della sera, e le povere piantine accaldate non sopportarono il fiotto d’acqua fresca e perirono inesorabilmente. Stetti male due giorni, ma non mi beccai neanche uno scapaccione, in fondo ero solo una bambina che voleva aiutare i fiorellini, ma certo non conosceva le regole del buon giardiniere; ora invece che da due anni curo il “giardino dell’anima” a Vincigliata ho imparato un sacco di cose a zappare, trapiantare, potare, concimare, ma si sa con l’esperienza si matura.
L’amore per i boschi è nato proprio nella mia infanzia, con una breve passeggiata dalla casa si raggiungeva un piccolo lago circondato da boschi di castagni, mi è sempre piaciuto camminare fra gli alberi, respirare l’odore dei muschi, sentire il rumore delle foglie sotto i passi, fin da piccola sono sempre stata una piccola Elfa curiosa che viveva nella realtà, ma che amava immergersi in un mondo incantato e anche ora non smetto di sognarlo, perché i sogni di quando eravamo bambini ci seguono anche da adulti…
8 Comments:
Dedico questo articolo ad Elfo e al suo blog “il mondo incantato” ringraziandolo per essere stato il primo dei miei nuovi amici ad aver messo il mio link, un abbraccio elfico anche ad Edera e al suo magico mondo, ad Hekate che per prima è venuta a trovarmi, a Baby che mi incanta con i suoi “Pensieri al vento” e a quel simpaticone di Irago che sa vivere la vita con allegria…
Appena torna il mio amico Filippo, regista sempre a giro per il mondo, metterò i link degli “amici di Elfa”!!
3:46 PM
E' una gran bella storia...immagino allora che tu conosce "Il regno del Drago D'oro" di Isabel Allende (che scrisse anche Zorro!). E' l'ultimo libro di fantasia che ho letto. Adoro quella scrittrice...un beso:*
4:04 PM
ciao Elfa eccomi qui.
grazie infinite per la dedica:-)
ti ho risposto sul mio blog èper gli "ALIAS" non ho alias il mio unico nome e' Edera ed il nostro mondo non e' virtuale, nazi non solamente , la virtualita' ne e' solo una piccola espressione.
il mondo dei talenti esiste eccome ed e' in Svizzera, Magister e' uno stato e non un nome (senno sarei un esaltata dato che letteralmente significa maestro ed io non lo sono" e la Dea e' la parte femminile della divinita' quando ancora vigeva in fondo ad ognuno il senso del matriarcato. e nemmeno quella sono io:-)
grazie ancora per la dedica, dammi tempo di aprire il template delle mie stanze per linkarti (appena riesco perche' questi giorni sono "full")
un bacione
Edera
5:36 PM
naturalmente non volevo scrivere "nazi" ma "anzi" ma sono dislessica con la tastiera :-)
Edera
5:36 PM
Grazie mille per la dedica, mi rendo conto che non é un caso che ci siamo incontarti e che il nome sia uguale. Anche nella mia vita la vita in montagna ha avuto un ruolo molto importante. Non avevo il lago, ma il fiume! Ho costruito tante di quelle capanne da non ricordarmene una... Ma io avevo anche una fissa, ed era quella del camino in casa, o meglio nella mia capanna. E non poteva essere li solo per bellezza, ma doveva anche fare il suo dovere di camino, cosi non consideravo riuscito il progetto finche non vedevo il fuoco acceso. Ahime... un giorno oltre ad aver bruciato tutta la capanna, mi sono anche rifatta la messa in piega e dallo spavento preso la mia carriera di piromane é terminata. Per fortuna. con affetto
9:35 PM
ciao Elfa:-)
dunque ti ringrazio per l'interpretazinoe dell rune lasciata nel mio blog e sulla madre ci siamo ho un forte istinto materno ma per la moglie ideale :-)direi proprio di no.(credo che i miei consiglieri stiano ridendo leggendo che potrei essere la moglie ideale ) sono per primo oltre che una madre nell'ampio senso (cioe' che mi occupo di diverse persone )una ricercatrice poi una combattiva magister molto legata a Gaya ma non solo e sono un comunicatore (per questo sono un magister) e non abito in svizzera ma ci passo a trovare i cttadini di Edera'sWord e di Centro Ottopassi che abbiamo fondato li.
ma ti rimando ai link di edera'sword che trovi nella fascia destra del blog per capire un po meglio tuto 'sto casino :-)
oppure al forum dei consiglieri.la mia visione del mondo no puo' legarmi ad altri se non come accompagnamento per un piccolo tratto di cammino e questo ,malgrado credo mi renda impopolare temo:-) e' l'unico modo per poter cercare.
diciamo che un po ci sono un po' no:-)
per ora ti lascio un garnde abbarccio e ti ringrazio ancora tanto a presto Edera
6:21 AM
E tu non scrivi più? Momento di stand-by? Un sorriso per te da Baby
9:06 PM
Grazie Elfa, i tuoi articoli sono pieni di significati e di messaggi positivi... Anche se oggi non sempre è facile essere positivi, dobbiamo provarci e riprovarci..e infine riuscirci.. un abbraccio e...a domani ;-)
10:09 PM
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