Le "rune" sono segni di scrittura nell'alfabeto dei popoli nordici e gli elfi i piccoli geni dell'aria nella mitologia nordica. Come Elfa desidero comunicare parole di saggezza, pace e solidarietà fra i popoli, aiutare le persone a ritrovare se stesse, ad avere più autostima e a vivere meglio la loro vita. Occorre iniziare e terminare la giornata con un sorriso. Amare sempre appassionatamente l'esistenza e le persone che incontri sul tuo cammino.

mercoledì, luglio 06, 2005

La bellezza nel silenzio

Nella sala della Biblioteca comunale di San Casciano ammiravo sabato scorso le fotografie dell’amico Francesco Lucania, scattate durante un viaggio in Cambogia, un percorso alla ricerca dell’antica arte Khmer; il titolo della mostra è: “Lungo i sentieri di Angkor”. Sono rimasta affascinata dalla bellezza della foresta di pietra, rapita dalle architetture dei magnifici templi per secoli sepolti nella giungla e incantata di fronte ai volti delle statue che ti guardano con il loro enigmatico sorriso. La pace traspare in ogni scatto comunicando l’intensa spiritualità che anima un luogo unico al mondo, dove la natura non sembra aver abbandonato l’universo di pietra, ma con radici che paiono tentacoli aggiunge nuove forme, simili a colonne e decori che si amalgamano a quelli creati dall’uomo.
Con l’immaginazione ho cercato di immergermi nella quiete di quei luoghi, assaporando la pacatezza interiore che pervade l’animo del visitatore che riesce ad accostarsi in modo non frettoloso a quel mondo misterioso, carpendone il segreto più sottile: la bellezza nel silenzio.
Francesco ha scritto nella presentazione delle foto che “ad Angkor si incontra un sorriso che non si dimentica, quello della quiete dell'animo, della pace interiore, della vita che sembra aver appagato ogni fantasia e placato l'ansia dei desideri”, chi è rimasto avviluppato da quel sorriso “lo porta con sé come un segreto da custodire, una strada da seguire”.
Non so se la vita mi offrirà l’opportunità di recarmi in Cambogia ad ammirare la bellezza di questo sito archeologico unico al mondo, ma la strada da percorrere l’ho già trovata nei miei viaggi in altri paesi asiatici, negli usi e costumi di popoli che hanno un concetto della vita molto diverso dal nostro. In India e Nepal ho notato che il vivere quotidiano non è ossessionato dallo scorrere del tempo, la gente si muove e lavora senza essere dominata da stress e ansia da prestazioni, fattori che indubbiamente corrompono il benessere dell’uomo occidentale. Viviamo come frastornati, sempre in corsa fra mille cose da fare e impegni da portare a termine, occorrerebbe chiedersi: ma quando troviamo un po’ di tempo per noi? Il senso della domanda è quello di ricercare e saper cogliere pur nella frenesia quotidiana momenti di silenzio, in cui essere consapevoli del proprio respiro, giungere a dialogare con la nostra essenza più profonda, riuscire a evadere da tutti i pensieri e le preoccupazioni terrene per ritrovare la pace del cuore.
Fare silenzio nei nostri affanni, staccare la spina è sempre più difficile, dobbiamo fare questo e quello e si rimanda al domani, rinunciando a uno spazio da dedicare al dialogo interiore, che alimenta la nostra crescita personale. Pretendiamo il massimo dal nostro corpo correndo dalla mattina alla sera, lo consideriamo come una macchina in cui la marcia è sempre innestata e il motore gira velocemente consumando le nostre energie, senza renderci conto che occorrerebbe di tanto in tanto mettersi “in folle”, rilassarsi un attimo, riprendere fiato e aggiungere un po’ di carburante, una benzina rara fatta di contemplazione e silenzio.
Pascal scriveva che: “una delle rovine dell’umanità è proprio quella di non essere capaci di stare quieti per un certo periodo in una stanza”. Condivido pienamente questo pensiero che è un’esortazione a riscoprire il valore del silenzio ed è questa la strada che cerco di seguire: solo chi sa stare in silenzio predispone il suo cuore al dialogo interiore, che lo fortifica, solo nel silenzio è possibile ampliare gli orizzonti del nostro spirito e la saggezza si persegue nella via del silenzio.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Bella mostra....
Francesco è riuscito a cogliere con delle belle foto il succo di una antica filosofia....., lo spirito di chi ha creato delle opere bellissime... adesso fuse con la natura che le circonda...,
immerse in una quiete.... per noi occidentali surreale...., presi come siamo dalla frenesia della vita moderna....

.... statue e sculture in rilievo
raffiguranti volti dal sorriso enigmatico....

sicuramente un sito archeologico
che lascia una traccia indelebile nella vita di chi lo visita.....

2:53 PM

 

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