Le "rune" sono segni di scrittura nell'alfabeto dei popoli nordici e gli elfi i piccoli geni dell'aria nella mitologia nordica. Come Elfa desidero comunicare parole di saggezza, pace e solidarietà fra i popoli, aiutare le persone a ritrovare se stesse, ad avere più autostima e a vivere meglio la loro vita. Occorre iniziare e terminare la giornata con un sorriso. Amare sempre appassionatamente l'esistenza e le persone che incontri sul tuo cammino.

domenica, maggio 29, 2005

L'età dell'innocenza

Carolina ha nove anni ed è una bambina con un viso dolcissimo, incorniciato da lunghi capelli ondulati castano chiaro con riflessi dorati, intelligente ed estroversa affronta la vita con allegria. All’apparenza è tranquilla e riservata, piena di premure per il fratellino Filippo di quattro anni, con cui si comporta come una mammina, ma sa stare in compagnia degli amici. Non si tira indietro a buttarsi sul campetto da calcio e sfidare i maschi nel dare calci al pallone, si getta nella mischia e si accalora per un fuorigioco, corre con i lunghi capelli che ondeggiano, femminile e grintosa, sicuramente da grande farà una strage di cuori. Ieri sera, alla vigilia della sua Prima Comunione, ha dedicato a me che le insegno catechismo una poesia sull’amore e con l’aiuto del babbo l’ha messa sul Blog, eccola per tutti voi che mi leggete:

L'amore

E' un fuoco che scalda.
E' una forza nell'animo.
Ci aiuta a credere in noi stessi,
sconfigge il male.
Con l'amore nasce l'amore.

Ma che belle parole, nate dal cuore di una bambina che crede al valore dei sentimenti, quelli veri che ci aiutano a crescere e riempiono di calore il nostro cuore; quando amiamo non abbiamo timore di affrontare qualunque ostacolo e l'animo si fortifica.
Oggi ero emozionata a vedere Carolina e gli altri bambini, tutti vestiti di bianco, nel giorno del loro incontro con Gesù, erano così dolci e innocenti, come in un miracolo. Anche quelle adorabili piccole pesti dei maschietti sembravano angioletti e si sono comportati benissimo, Iacopo è riuscito a camminare in processione senza molleggiare come Celentano, Francesco, Giorgio e Dhaniel sembravano sotto l’effetto di camomilla e valeriana, mai stati così composti. Andrea, il più piccolo, mi faceva tenerezza con i suoi capelli biondi ritti con il gel, lui gioca a calcio e vuol sembrare grande e allora si impomata i capelli… Mi sono stupita di Giovanni che è sempre giunto in ritardo a tutte le lezioni, stamani è arrivato mezz’ora prima, non credevo ai miei occhi! E le bambine, che dire, con la loro coroncina di fiori bianchi erano un incanto, Mariange, la gazzella nera ha suonato il campanello di casa mia alle otto e trenta, quando l’appuntamento era un’ora dopo, aveva paura di fare tardi ed era così graziosa con la sua pelle color cioccolata e l’abito bianco. Marta e Giovanna erano luminose con sorrisi che avrebbero incantato chiunque e poi Francesca, così sicura e determinata, è andata all’altare e ha letto la preghiera con voce ferma, senza nessuna esitazione, come Giorgio…
Miei cari bambini devo proprio dire che mi avete commossa e sono stata orgogliosa di voi, siete sempre nel mio cuore, restate puri perché l’età dell’innocenza è in assoluto la più bella…

venerdì, maggio 13, 2005

In cammino con gioia

A volte la vita ci riserva delle sorprese, in un momento di difficoltà incontriamo persone speciali, con una carica di umanità straordinaria, che con la loro testimonianza ci illuminano in quel momento facendoci capire che il cammino su cui dubitavamo è quello giusto, che le difficoltà incontrate non ci devono scoraggiare. Ieri ho conosciuto Giovanna Negrotto, pellegrina di pace in giro nel mondo per favorire il dialogo interreligioso fra i popoli della terra e devo ringraziare gli amici dell’associazione “Un Tempio per la Pace”, per averla invita a portare la sua toccante testimonianza nel ciclo di incontri “Voci della speranza: donne per la pace”.
Il grande amore di Giovanna, sorella pellegrina, è l’India e come la capisco, quando lei parlava del suo folgorante incontro con “il mistero dell’India che non è la fame, ma la gioia” ho capito quanto il suo modo di sentire ed il mio erano vicini, perché se il tuo cuore si apre e sei in un cammino di pace scopri che il vero tesoro non sono i beni che tu possiedi, ma la gioia con cui tu riesci a comunicare agli altri, il rispetto che tu porti verso chi non ha nulla da darti se non un sorriso. Il ricordo più bello che ho dei viaggi nel Sud dell’India e in Nepal è l’immagine dei volti sorridenti incontrati nelle strade, nei mercati, sugli autobus affollati… Non sapevo il vero significato del saluto “namastè” e Giovanna me l’ha svelato: gli indiani giungono le mani e ti guardano profondamente negli occhi, pronunciando quella parola dicono: “mi prostro a Colui che ti abita e mi abita”… Ora ho capito perché brillavano sempre gli occhi della gente quando pronunciavano “namastè”, era come dire ad una persona “tu sei la mia gioia” e Giovanna ha aggiunto il commento di un salmo: “beato chi abita la tua casa, sempre canta le tue lodi, beato chi trova in te la forza e decide nel suo cuore di intraprendere il viaggio santo… io sono un sogno di Dio e mi metto in cammino, passando per la valle del pianto la cambio in una sorgente”. Tutti noi attraversiamo momenti di prove e sbandamenti, ci portiamo appresso un bagaglio di sofferenze, abbiamo addosso paure che dobbiamo superare, che di tanto in tanto ritornano, ma è normale, è la lotta del vivere quotidiano “che può diventare profumata, se è un lotta per la non violenza”… La domanda che ci assale è: ma allora come vivere in pace? Occorre “lasciarci uscire dal nostro ego, per camminare verso la pace, anche se a volte vuol dire non capirci più nulla ed è la storia di tutti noi, chi esce per la pace è per una pace che è in lotta, la lotta è nel quotidiano per avere tutti i giorni la pace, la vera potenza è quella degli agnelli, la colonna del mondo”…
Cara Giovanna come ti ho amata quando hai detto queste cose, a volte mi sento veramente un agnello quasi sbranato dai lupi, ma continuo ad essere agnello e porgo l’altra guancia allontanando la rabbia, che può minare l’esistenza, anzi trasformandola, prendendola in cura con consapevolezza. Ha ragione Thich Nhat Hanh a scrivere che: “i sentimenti sia negativi che positivi sono organici e appartengono alla stessa realtà. Non occorre alcuna lotta: basta abbracciare e curare; non pensare di dover combattere il male e di doverlo cacciare dal tuo cuore e dalla tua mente. Sarebbe un errore, occorre trasformare se stessi; se non hai rifiuti non puoi fare il “compost” con cui nutrire il fiore che è in te. La sofferenza e le afflizioni servono: sono organiche quindi sai di poterle trasformare e di poterne fare buon uso”. Per essere dei bravi giardinieri dobbiamo rimboccare le maniche e metterci in cammino con gioia, curando il nostro giardino interiore, comprendendo non solo le nostre sofferenze, ma anche quelle dell’altro e trasformando “la voglia di punirlo nel desiderio di aiutarlo”. Domani andrò a togliere un po’ di erbacce dal “giardino dell’anima” all’Eremo di Vincigliata e coltiverò la pace e la gioia; come raccomanda Thich Nhat Hanh non dobbiamo trascurare il nostro giardino interiore: “riporta la bellezza, riporta l’armonia nel tuo giardino; molte persone godranno il tuo giardino, se sarà tenuto bene”. La primavera è ormai inoltrata come stanno, cari amici, i vostri giardini? Cercate di non trascurarli per troppo tempo… il giardino interiore è come l’amore, va curato e annaffiato con affetto e dedizione.

domenica, maggio 08, 2005

Essere felici

La nascita di un bambino reca gioia e oggi abbiamo festeggiato il battesimo della piccola Irene, la sorellina di Iacopo, bambino intelligente e sensibile, che non sta mai fermo ed è l’anima più irrequieta della mia classe di catechismo, formata da undici adorabili piccole pesti che si stanno preparando a ricevere la Prima Comunione. La festa è stata animatissima, canti, balli… i bambini erano scatenati, la contentezza straripava incontenibile, anche perché Irene è diventata la “mascotte”
della classe e ultimamente partecipa alle chiassose lezioni dei miei bimbi. Non so come faccia a sopportarli, gridano, strillano e lei zitta, zitta li osserva sgranando gli occhioni e sorridendo con le sue guanciotte da luna piena… Irene ha solo sei mesi, ma sembra più grandicella, ha l’aria di chi è felice di stare al mondo, è gioiosa, ha un sorriso per tutti e adora essere sbaciucchiata…. A lei che è un batuffolino luminoso voglio dedicare le parole di Herman Hesse sulla felicità e l’amore come “pienezza dell’esistenza”, con l’augurio che da grande affronterà la vita con coraggio, amore e tanta, tanta gioia.

La felicità è amore e nient’altro.
Felice è chi sa amare.
Amore è ogni moto della nostra anima
in cui essa senta se stessa
e percepisca la propria vita.
Felice è dunque che è capace di amare molto.
Ma amare e desiderare non è la stessa cosa.
L’amore è desiderio fattosi saggio;
l’amore non vuole avere,
vuole soltanto amare.
H. Hesse